Isole Gili, tra spiagge, snorkeling e buona cucina
Le isole Gili sono 3 piccoli paradisi vicino a Bali e Lombok, ideali per una vacanza relax
Ubud, ore 7,30. Biglietti in mano aspettiamo con una certa dose di ansia (arriverà?) l’arrivo del pulmino che ci porterà al porto di Padangbai, direzione isole Gili, dove ci imbarcheremo chissà su quale mezzo galleggiante per 5 giorni nel nostro piccolo paradiso. Arriveremo a Gili Air, una delle 3 isole (oltre a Gili Trawangan e Gili Meno) che negli ultimi anni sono diventate molto famose, soprattutto tra i giovani australiani.
Durante la pianificazione del nostro viaggio siamo stati molto indecisi su quale isola scegliere. Gili Trawangan è la più vivace e con il maggior numero di strutture (e di turisti), Gili Meno è invece un’isola selvaggia, poco popolata e con ben poche strutture, Gili Air ci è invece sembrata la soluzione perfetta anche per Tommaso, con un discreto numero di strutture, molta pace e tranquillità, diversi ristoranti con qualunque tipo di cucina e piccoli market lungo le strade.
Arriviamo a Padangbai dopo circa 1 ora e mezza di pulmino distrutti non tanto dal viaggio quanto dall’aria condizionata, il vanto degli autisti balinesi, il punto debole per noi.
Il porto di Padangbai è il punto di incontro di tutti i globetrotter (e non) che hanno intenzione di viaggiare verso le isole Gili oppure verso Lombok. Il caos regna sovrano a causa delle numerose (forse troppe) compagnie di trasporto abituate a questa tratta oceanica. Durata del viaggio: circa 2 ore.
Non neghiamo di esserci preoccupati molto rispetto a questo viaggio viste le pessime recensioni delle compagnie, con le imbarcazioni in grado di ospitare circa 200 persone spesso bloccate in mare aperto. Ma al di là delle imbarcazioni quello che più temevamo era il mare, che essendo oceano sospettavamo potesse causarci mal di mare, a noi e a Tommaso. Così è stato, nonostante fossimo imbottiti di Xamamina, il famoso farmaco contro la nausea, verso la metà del viaggio l’imbarcazione ha cominciato oscillare paurosamente e a saltare come le onde fossero dei trampolini di salto con gli sci. Tommaso ha dormito per la gran parte del viaggio, soltanto negli ultimi 15 minuti si è lamentato un po’, sicuramente stufo del viaggio ma probabilmente un po’ infastidito dal mare mosso. Adesso sappiamo cosa vuol dire navigare in mare (oceano) aperto.
Consiglio utile per chi viaggia in nave verso le isole Gili: partite sempre con il primo viaggio del mattino, nel pomeriggio il mare è ancora più mosso, è solo per chi ha lo stomaco forte!
Arriviamo finalmente a Gili Air, il nostro piccolo paradiso per 5 giorni. L’impatto è stato devastante, con un caos che forse non ci aspettavamo, tra agenzie, centinaia di persone in attesa del viaggio di ritorno e una decina di carretti trainati da cavalli pronti ad assicurarsi i turisti per accompagnarli presso le strutture prenotate. Una piccola nota che siamo certi vi invoglierà a visitare queste isole: sull’isola non ci sono mezzi a motore né strade asfaltate, e con un giro dell’isola a piedi di circa 1 ora e mezza si può visitarla autonomamente, potendo contare su un passaggio su un carretto trainato da un cavallo oppure noleggiando una bicicletta.
Dopo un sostanzioso pasto a base di pizza versione balinese (non male comunque) decidiamo di visitare l’isola incamminandoci lungo le spiagge e la piccola strada sterrata che la costeggia interamente. Il mare è bello, ma non paragonabile forse a certe spiagge tailandesi o alla nostra Sardegna, almeno non ovunque. La maggior parte delle spiagge ha un mare abbastanza agitato, non troppo adatto forse ad un bambino piccolo come il nostro ma con un po’ di ricerca abbiamo trovato diverse zone a sud dell’isola molto tranquille e con un mare piatto e di conseguenza trasparente.
Abbiamo soggiornato presso il Sejuk Cottages prenotando attraverso booking e spendendo circa 350,00 € per 5 notti. Abbiamo optato per un cottage con piscina nel caso Tommaso l’avesse preferita al mare. La parola d’ordine per 5 giorni è stata una sola: relax. Abbiamo corso troppo durante i giorni precedenti a Bali (Leggi il nostro articolo su Ubud e i templi di Bali) e a Munduk (Leggi il nostro articolo sulle risaie di Munduk) e sentiamo il bisogno di riposare ma soprattutto di far riposare Tommaso.
All’interno della struttura si respira davvero pace e relax, non si sente un rumore e al mattino siamo accolti da un’ottima colazione a base di banana pancake, succo di frutta e omelette.
Dalla nostra modesta capanna, camminando verso il mare, Tommaso nell’ordine vedeva: un grosso e splendido geko che viveva dietro lo specchio del bagno della camera (non esiste il tetto del bagno al Sejuk cottage, per cui gli animali mentre ti lavavi erano i benvenuti), decine di simpatiche e mucche, varani lunghi un paio di metri (innocui ma decisamente inquietanti) e i taxi-cavalli. Potete solo immaginare dopo quanto tempo riuscivamo finalmente a calpestare la sabbia della spiaggia.
Tappa obbligata per Tommaso ogni poche centinaia di metri per scorta di ananas e le piccole banane balinesi.
Prima di partire decidiamo di affidarci ad una delle tante piccole agenzie presenti sull’isola per un’escursione di gruppo (circa 20 persone) della durata di una giornata a bordo di una piccola barca, grazie alla quale abbiamo potuto fare snorkeling nel mare ammirando quel poco di barriera corallina rimasta (aimè nei nostri viaggi in Asia ne troviamo sempre meno..).
Abbiamo potuto nuotare insieme a tartarughe giganti, un’esperienza che ci ricorderemo per sempre.
Sinceramente dubitavamo di poterne vedere anche solo una, in realtà abbiamo potuto ammirare 6 tartarughe giganti in circa 20 minuti in acqua, che senza nessun timore nuotavano tra noi. Ultima tappa dell’escursione: sosta-pranzo a Gili Meno, l’isola più selvaggia delle isole Gili.
Ci concediamo una cena in un posto che consideriamo unico e speciale. A Gili Air, poco oltre la punta Nord dell’isola, abbiamo potuto cenare dell’ottimo pesce in un posto incredibile, con i piedi nella sabbia e soprattutto circondati soltanto dal rumore del mare in lontananza a causa della bassa marea.
Salutiamo Gili Air soltanto dopo aver preso per l’ultima volta il cavallo-taxi, ci aspetta una lunga attesa al porto dell’isola, un viaggio della speranza in oceano aperto per Tornare a Bali, un paio d’ore di pulmino con direzione Sanur per l’ultima notte prima del ritorno in Italia dall’aeroporto di Denpasar.
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